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“La voce del tamburo”: musica, scuola e cittadinanza allo Sperone

Il progetto “La voce del tamburo”, realizzato all’Istituto Comprensivo Sperone-Pertini di Palermo grazie al bando SIAE – MiBACT Per Chi Crea.

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Il progetto “La voce del tamburo”, realizzato presso l’Istituto Comprensivo Sperone-Pertini di Palermo, ha rappresentato un’esperienza educativa intensa e coinvolgente per cinquanta studenti della scuola secondaria. L’iniziativa, finanziata attraverso il bando “Per Chi Crea” promosso da SIAE e Ministero della Cultura (MiBACT), si è articolata in un percorso di sessanta ore incentrato sull’apprendimento delle percussioni, con strumenti come djembe, cajon, darbouka, surdu e shaker. Il laboratorio musicale è stato condotto in collaborazione con La Bottega delle Percussioni e i docenti dell’istituto.

Ripensando oggi a questo progetto, ci rendiamo conto di quanto abbia saputo attraversare e animare profondamente la nostra scuola. Ha accompagnato non solo la crescita tecnica e musicale degli alunni, ma anche il loro cammino formativo più ampio, contribuendo a costruire senso di appartenenza, rispetto reciproco e capacità di stare nel gruppo. “La voce del tamburo” ha permesso di sviluppare, con linguaggio estetico e relazionale, strumenti interiori ed espressivi che vanno ben oltre l’ambito musicale.

Il momento culminante si è svolto martedì 18 giugno 2024 presso il teatro del plesso Pertini, in via Pecori Giraldi 21. Dopo una prova generale il giorno precedente, gli studenti si sono esibiti in uno spettacolo corale dal forte impatto emotivo, accolto con entusiasmo dalle famiglie e dalla comunità scolastica. L’evento è stato raccontato da numerose testate locali, che hanno evidenziato il valore formativo e simbolico dell’iniziativa.

La dirigente scolastica Antonella Di Bartolo ha sottolineato come suonare in un’orchestra di percussioni significhi imparare a trovare il proprio ritmo e a rispettare quello degli altri, una metafora efficace della crescita personale e della convivenza civile.

Un tratto distintivo del progetto è stato proprio quello di offrire strumenti — in senso letterale e metaforico — per aiutare i ragazzi a esprimere se stessi e a partecipare con consapevolezza alla vita collettiva. Questo processo formativo ha trovato piena continuità nella partecipazione degli alunni alle iniziative promosse insieme al collettivo delle Rosalie Ribelli, un percorso artistico, educativo e simbolico che ha attraversato il quartiere. Le Rosalie, infatti, non sono nate solo per denunciare un’assenza, ma per generare bellezza, relazione e appartenenza in un territorio che ha sete di futuro. Il corteo, le bambole appese al cantiere dell’asilo mai completato, l’arte condivisa con la cittadinanza: tutto ciò ha rappresentato un’estensione naturale del cammino intrapreso a scuola.

In queste occasioni, i gesti e i ritmi interiorizzati durante il laboratorio musicale sono diventati linguaggio di espressione civica e collettiva. Con installazioni simboliche e un flash mob all’interno del cantiere, gli studenti hanno preso parte a un grido corale che parlava di diritti, infanzia e comunità. La protesta, vissuta come atto poetico e civile, è stata possibile proprio perché sostenuta da un percorso formativo che ha dato corpo e senso all’impegno.

L’esperienza de “La voce del tamburo” dimostra come la scuola possa generare cultura, partecipazione e consapevolezza. Unendo musica e impegno sociale, ha dato forma a un modello educativo capace di restituire dignità e visibilità a una comunità spesso dimenticata. Ha trasformato l’apprendimento in relazione, e l’espressione artistica in impegno etico per il territorio.

Sitografia / Rassegna stampa